I regali dell’Africa.
Da diversi anni ormai, mi sono innamorata di questo continente ed ogni volta che vi faccio ritorno riprovo le stesse
emozioni.
Quale anima romantica, sempre a caccia di avventura, non sono mai rimasta delusa da nessuno dei luoghi che ho
visitato. Come chirurgo missionario, invece, non sem-pre ho avuto la sensazione di essere utile. “Lascia fare ai
professionisti, a quelli che certe situazioni le sanno gestire davvero. Noi contribuiamo donando denaro”, mi ha sempre detto mio padre, chirurgo plastico come me. Certo, mi è capitato di pensare che avesse ragione lui. A volte puoi trovarti in luoghi inadatti, con mezzi di fortuna, ad eseguire interventi di cui hai solo letto sui libri ed è lì che ti domandi se tutto ciò abbia davvero un senso.
Stai facendo del bene o danneggiando i tuoi malcapitati pazienti?
Beh, questa volta, di ritorno dal North Kinangop Catholic Hospital, in Kenya, le mie impressioni sono del tutto diverse.
Un’esperienza professionale ed umana straordinaria. Un ospedale efficiente, pulito, adeguatamente equipaggiato ed amministrato da Don Sandro con piglio imprenditoriale e senso di solidarietà.
Il personale locale si dedica con passione al proprio lavoro. Qualche sera fa, dopo una lunga giornata in sala
operatoria, mi sono scusata con l’infermiere che ci aiutava, per averlo costretto a faticosi straordinari. Lui mi ha
sorpreso rispondendomi che lo faceva volentieri, per aiutare tutta quella povera gente. Insomma, lo spirito giusto,
non c’è che dire. Il lavoro in sala operatoria, non certo quello della nostra normale pratica quotidiana, è stato reso più
semplice dall’aiuto di due ottimi strumentisti, Theresa e Sami, e da Charles, un favoloso anestesista. I pazienti vengono
sempre trattati con un rispetto ed un’umanità da cui certi operatori sanitari in Italia avrebbero da imparare. Molti i
casi di ulcere inveterate e perdite di sostanza, che abbiamo trattato con lembi ed innesti, numerose le ustioni. In
Africa la vita è pericolosa, la sicurezza sul lavoro e per la strada non è una priorità. Ci si sposta, anche in 3 o 4 insieme,
su motociclette con freni a pedale e senza casco… bambini, galline, pecore, fascine di legna, tubi, bidoni di latte e
pacchetti vari come carico. Perciò i casi di trauma, anche gravissimi, sono infiniti. Approfittando del nostro
background, abbiamo tentato di conciliare le esigenze funzionali dei nostri pazienti con quelle estetiche. La gratitudine
e l’apprezzamento di tutti i pazienti ci hanno ricompensati dei nostri piccoli sforzi.
Come sempre nella vita, quello che doni ti ritorna moltiplicato.
Per tutto questo e molto ancora, vorrei ringraziare la Fondazione Help for Life e il Prof. Bassetto che mi hanno
coinvolta nel progetto North Kinangop.
A tutti, grazie di cuore!
Chiara Botti
Volontaria
“Dona un sorriso ai bambini ustionati” visitando la nostra pagina qui